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lunedì 8 agosto 2011

La follia del diritto e il diritto dei folli

Ovvero: Considerazioni a margine dell’esame da avvocato 2010. Parte 2.


1. Premessa. 2. La follia delle leggi. 3. La follia delle applicazioni pratiche del diritto. 4. La follia dei giuristi.


1. Premessa.

Il nostro sistema giuridico è una follia. Ma pochi lo sottolineano.

E’ un sistema farraginoso e complesso, che serve apposta per non far capire nulla al 99 per cento dei cittadini, e a far perdere del tempo inutile ai giuristi anche più esperti, che sono costretti a studiare giorni per capire le cose più assurde e di minima importanza.
La follia del sistema giuridico è creata ad arte in questo modo:
- follia delle leggi esistenti;
- follia nell’applicazione delle leggi;
- follia degli operatori del diritto (in questo ha ragione Berlusconi, quando dice che i magistrati hanno delle tare; ma per la verità ce l’hanno anche gli avvocati, i docenti universitari e tutti quelli che operano nel diritto).



2. La follia delle leggi.

Sull’argomento della follia delle leggi esistenti ho già scritto, quindi non mi dilungherò.

Per far capire la complicazione del nostro sistema, però, voglio fare un esempio. Il più semplice e banale che si possa fare, alla portata di chiunque.

Prendiamo l’omicidio.

Che una persona colpevole di omicidio debba andare in galera, è un concetto talmente semplice da capire che è conosciuto da praticamente tutti.
Apparentemente anche l’applicazione di questa norma dovrebbe essere semplice.
Ma non è così.

Infatti il reato di omicidio è in realtà frammentato in tante norme, apposta per creare problemi all’interprete, e permettere spesso di allungare un processo a dismisura con problemi di lana caprina a cui solo la mente di un magistrato o di un avvocato, dopo anni passati a studiare le cazzate che ci propinano all’università, può reagire con indifferenza e trovarlo una cosa normale.

Infatti l’omicidio è punito dall’articolo 575 del codice penale.
Abbiamo però diverse varianti e sottovarianti:

1) Se l’omicidio è commesso contro un parente la pena è aggravata e si applica l’articolo 576.

2) Se il reato di omicidio è conseguenza di un altro delitto si applica l’articolo 586 (morte come conseguenza di un altro delitto).

3) Se il reato di omicidio è conseguenza di una lesione inferta alla vittima si ha il cosiddetto omicidio preterintenzionale previsto dall’articolo 584.
Ora chi non è esperto di diritto si domanderà: “Ma scusa, se prima avevi detto che per l’omicidio che è conseguenza di un altro delitto si applica il 586, come mai ora dici che per l’omicidio a seguito di lesione si applica il 584? Ma la lesione non è un delitto? Quindi questa ipotesi e la precedente non sono le stesse?”
Il giurista, senza temere il ridicolo, spiegherà le profonde differenze tra questa ipotesi e la precedente.

4) Se l’omicidio è commesso in danno di persona consenziente si applica l’articolo 579 (ma non crediate di cavarvela così... leggendo la norma si troverà una ricca serie di distinguo a seconda che il consenziente sia minorenne o no, infermo o sano, ecc.).

5) Se l’omicidio è commesso in danno di un bambino che viene abbandonato e lasciato morire si applica l’articolo 592.


Insomma, il sistema è un po’ complicatuccio ma sembra chiaro: uccidere qualcuno non va bene per il nostro ordinamento.
Uccidere sembra una cosa talmente brutta che è punito pure l’omicidio del consenziente (cioè l’omicidio di una persona che chiede di essere uccisa) e l’istigazione al suicidio.


Sennonché le cose non stanno proprio così. Perché poi però è lecito partecipare a guerre in Iraq, Afghanistan, Libia... Solo in Iraq sono stati fatti oltre 1.400.000 morti.

Quindi già qui c’è una prima contraddizione assolutamente folle. E’ vietato uccidere una singola persona, anche se questa è consenziente e reclama di essere uccisa. Ma è permesso ucciderne milioni, siano esse donne, bambini, civili innocenti, disabili; peraltro se dopo aver ucciso una persona singola la sevizio si aggrava il reato, mentre uccidendone milioni a cui verranno strappati gli arti con le bombe, dilaniati gli organi interni con le mitragliatrici, spesso stuprandole prima della morte, non c’è nessuna pena.

Il giurista, senza timore di sfiorare il ridicolo, sa argomentare per ore a questa assurdità che gli sembra assolutamente normale.

Ora se tutta questa follia è possibile evidenziarla con un esempio eclatante come l’omicidio, non c’è da meravigliarsi se in campi diversi, e più complicati, il sistema rasenta il delirio totale. Ecco come è possibile che rubare una mela in un supermercato possa costare anni di galera, ma rubare miliardi ad una società possa rimanere impunito.

E’ possibile che venga condannata per truffa una persona che ha spillato qualche euro ad un’altra, ma rimanga impunita la truffa effettuata dalla Banca d’Italia ai danni dei cittadini, o i furti sistematici di Equitalia a danno di migliaia di contribuenti a cui viene portata via la casa per pochi spiccioli.

In altre parole e concludendo, il nostro sistema è completamente schizofrenico e irragionevole. Ma nessuno lo sottolinea.


3. La follia delle applicazioni pratiche del diritto.

Scendendo poi nelle applicazioni pratiche del diritto, nasce un vero sconcerto in chi giurista non è. E’ possibile ad esempio che un Tizio, professore universitario, possa uccidere la moglie a martellate ma farla franca. Al di là del silenzio dei giornali sulla vicenda, la cosa singolare è che il tipo non si è fatto neanche un giorno di galera, perché i giudici hanno deciso che era infermo di mente (e in questo caso non si va in galera); tuttavia l’assassino continua ad insegnare all’università.
http://iltirreno.gelocal.it/pisa/cronaca/2007/10/16/news/la-uccide-e-chiede-il-sussidio-perche-vedovo-1377245

Oppure è possibile che un serial killer che ha ucciso diverse prostitute venga rimesso in libertà dopo poco tempo perché la sua buona condotta gli permetteva di usufruire di permessi di lavoro, ma in realtà costui non aveva perso affatto il vizietto e continua a uccidere (è il caso del serial killer Minghella).

E’ possibile che, dopo aver ucciso a sangue freddo un poliziotto, si diventi addirittura parlamentare, come D’Elia, e nientemeno che segretario alla presidenza della Camera. “Aveva pagato il suo debito”, spiegò Bertinotti che lo aveva nominato a quella carica.

E’ possibile essere condannati per associazione mafiosa, come Dell’Utri, e sedere ancora in parlamento a legiferare contro la mafia.

Ma è tutto normale.


4. La follia dei giuristi.

Per poter sopravvivere in un sistema come questo, legittimarlo, e viverci ogni giorno, occorrono persone che approvino questo sistema, lo trovino normale, e non facciano nulla per cambiarlo.
Per fare questo il sistema organizza i concorsi pubblici in modo da selezionare i futuri giuristi tra i peggiori elementi possibili.
Infatti, come abbiamo detto nel precedente articolo (http://paolofranceschetti.blogspot.com/2011/07/magistratura-avvocatura-notariato-la.html), i concorsi sono fatti per selezionare i peggiori e scoraggiare i migliori. Tale risultato non è ottenuto solo con il sistema della irregolarità a cielo aperto, ma anche selezionando i commissari tra i peggiori elementi possibili.
Infatti molti commissari non hanno la preparazione minima per poter valutare i candidati (ad esempio capita che in alcuni concorsi in magistratura non esista neanche un commissario esperto di diritto amministrativo; i professori universitari che per legge devono essere nelle commissioni, sia all’esame da avvocato che al concorso in magistratura, sono scelti tra materie che non hanno nulla a che fare con le tre prove d’esame; e così via).

D’altronde per valutare i compiti delle decine di migliaia di persone che affollano ogni anno l’esame da avvocato e il concorso in magistratura, occorrerebbe trovare decine di esperti in tutte le materie, il che è umanamente impossibile. Ecco quindi che le prove di civile, penale ed amministrativo, vengono valutate da professori di diritto ecclesiastico, diritto delle comunità europee, e anche diritto canonico, oppure da avvocati che da anni svolgono solo recupero crediti e incidenti stradali.

La corruzione e il sistema di reclutamento dei professori universitari, poi, garantisce la pessima qualità anche di quei docenti che in teoria dovrebbero o potrebbero essere preparati.

Con questo sistema di valutazione, e questi valutatori, la pessima qualità dei soggetti selezionati è assicurata. Questi soggetti non avranno generalmente i requisiti per poter contestare in massa un sistema che, a loro, apparirà perfettamente normale.

E quei pochi che capiscono il sistema, in genere fuggono da esso.

Quelli che non lo capiscono, si mettono la parrucca in testa (da noi si limitano a mettere delle toghe, ridicole anch’esse, specie quando da sotto ad esse spuntano jeans e scarpe da ginnastica, o quando sono palesemente fuori misura perché prestate da un collega all’ultimo momento; anche se non si raggiungono i livelli di comicità dei giudici inglesi). Metafora di un sistema che non solo pretende che il giurista ragioni da folle, ma che lo dimostri anche con i fatti, mascherandosi da pagliaccio.




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